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 CHE COS’E’ IL PICCO GLICEMICOE QUALI CONSEGUENZE COMPORTA

IL PICCO GLICEMICO

Il picco glicemico come abbiamo visto viene generato da un’importante assunzione di alimenti che a loro volta presentano un elevato contenuto di glucidi rapidamente digeribili ed assimilabili. Tutti questi alimenti vengono definiti ad elevato indice glicemico e sono rappresentati principalmente da cereali raffinati come la pasta e il pane classici, lo zucchero che aggiungiamo al latte o al caffè, i dolci e gli snack così come le bibite zuccherate o i succhi di frutta preconfezionati.

Quando il nostro organismo viene esposto frequentemente a dei picchi glicemici come immediata conseguenza si verifica un’iperproduzione di insulina che a sua volta essendo un ormone svolge svariate funzioni. In primis l’insulina è un ormone anabolico che oltre a stimolare l’assorbimento del glucosio da parte dei tessuti ne stimola anche la conversione in glicogeno a livello muscolare e a grasso di deposito a livello delle cellule adipose.

La frequente esposizione ai picchi glicemici e di conseguenza ai picchi insulinemici col passare degli anni può determinare una serie di scompensi, in primo luogo in base anche alla sedentarietà dell’individuo si può andare incontro ad una condizione di sovrappeso e obesità e a livello biochimico le cellule a lungo andare vanno incontro ad un processo di alterata risposta all’ormone, ovvero non rispondono più efficacemente alla sua azione. Ciò che avviene in concreto è una mancata risposta in termini di incapacità delle cellule ad assorbire il glucosio circolante, condizione chiamata come insulino-resistenza.

L’insulino resistenza è a tutti gli effetti un’alterazione biochimica generata da un’eccessiva stimolazione dei recettori insulinemici che si protrae nel corso degli anni, per cui alla lunga tali recettori è come se venissero logorati e per funzionare hanno bisogno di essere stimolati da sempre maggiori quantità di ormone. Ecco che l’insulino resistenza si accompagna ad una condizione di iperinsulinemia che inizialmente permette di mantenere livelli di glicemia basale nella norma. Col tempo però i recettori diventano sempre meno sensibili per cui l’iperinsulinemia si accompagna ad uno stato di iperglicemia a digiuno che può superare il valore di 100 mg/dl e quando supera i 126 mg/ml configura una transizione da insulino- resistenza a di diabete di tipo II. Questo è il motivo per cui l’insulino-resistenza è considerata l’anticamera del diabete

L’insulino-resistenza generalmente si accompagna ad un quadro di sindrome metabolica, dove si manifestano in associazione una serie di alterazioni organiche che sono oltre l’iperglicemia a digiuno :

  • ipertensione arteriosa (> 120/80 mmHg)
  • ipertrigliceridemia (> 150 mg/dl)
  • basso colesterolo buono o HDL (< 50 mg/dl)
  • circonferenza addominale aumentata oltre i 94 cm nell’uomo e oltre gli 80 cm nella donna

Quando ci si trova in una condizione di sovrappeso è sempre auspicabile valutare tali parametri per capire se l’organismo si trova effettivamente in una condizione tale e successivamente stabilire un approccio terapeutico-nutrizionale per poterla contrastare.

La sindrome metabolica è una condizione in cui il soggetto presenta uno stato infiammatorio cronico dovuto alla eccessiva produzione di adipochine da parte del tessuto adiposo per cui sarebbe auspicabile anche effettuare una valutazione della proteina C reattiva e della salute del fegato che potrebbe essere in uno stato di steatosi.

La fibra alimentare contenuta nella frutta e nella verdura risulta essere il principale nutriente in grado di ridurre il picco glicemico. In particolar modo la fibra solubile, composta da pectine, mucillagini e sostanze tra cui le più conosciute sono i FOS e l’INULINA, quando viene ingerita a livello intestinale forma un idrogel in grado di aumentare la viscosità dei fluidi. Gli zuccheri ma anche i grassi vengono in gran parte intrappolati in questo gel viscoso per cui la loro biodisponibilità all’assorbimento viene ridotta. In questo modo la velocità di assorbimento dei nutrienti risulta rallentata e il picco glicemico risulta più contenuto.

Dott.Tomaso Puggioni