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 OBESITA’ E COVID-19

L’Obesità è una condizione di elevato sovrappeso caratterizzato dall’accumulo di un eccesso di grasso corporeo. Quando la massa grassa grassa supera una determinata soglia nell’uomo come nella donna può rappresentare un fattore di rischio correlato a diverse patologie, in primis patologie cardiovasolari e diabete di tipo 2.
L’alimentazione scorretta e uno stile di vita sedentario sono la causa principale di tale condizione che si instaura progressivamente e che può determinare diversi scompensi.
L’obesità è molto spesso associata alla sindrome metabolica, ossia un’associazione di alterazioni metaboliche rappresentate da :
ipertensione arteriosa
iperglicemia e iperinsulinemia
ipertrigliceridemia
riduzione del colesterolo buono HDL e aumento del colesterolo cattivo LDL
circonferenza addominale al di sopra di 80 cm nella donna e 94 cm nell’uomo
Tale condizione è determinata da uno stato proinfiammatorio cronico causato dall’eccesso di grasso addominale il quale è responsabile della produzione di tutta una serie di mediatori dell’infiammazione come l’interleuchina–6 e il TNF-alfa oltre che dell’aumento della proteina C reattiva prodotta dal fegato e marker di infiammazione.
Tale condizione cronica col tempo determina insulino-resistenza e un ispessimento e indurimento dei piccoli vasi che si traduce in un aumento importante della pressione arteriosa, la quale a sua volta associata alle elevate concentrazioni di colesterolo cattivo può favorire la formazione di placche ateromatose (arteriosclerosi). Tali placche col tempo possono aumentare di dimensione causando un occlusione progressiva del vaso colpito e possono degenerare portando alla formazione di trombi causano quindi ictus, infarto del miocardio o trombosi periferiche a seconda del distretto colpito.
In tempi di COVID la sindrome metabolica ha dimostrato di essere un fattore di rischio particolarmente minaccioso. Essa infatti rappresenterebbe un terreno fertile nel favorire l’azione del virus. Fermo restando che ancora non si è fatta piena luce sulle motivazioni che determinano ciò, ci sono numerose evidenze scientifiche che ascrivono a tale condizione legata all’obesità un aumento della suscettibilità al COVID, soprattutto per quanto riguarda il danno polmonare.
L’ipotesi più accreditata asserisce allo stato proinfiammatorio presente nella sindrome metabolica una condizione estremamente favorevole all’attività virale che a sua volta peggiora l’infiammazione generando la cosiddetta esplosione della “temposta citochinica”. La “tempesta citochinica non è altro che un aumento esponenziale di tutti quei mediatori dell’infiammazione che determinano una risposta eccessiva del nostro organismo causando un danno a tutta quella serie di organi coinvolti tra cui i polmoni e in alcuni casi dando coaguli intravasali che sono spesso associati all’infezione.

Mantenere il proprio organismo in un efficiente stato metabolico e nutrizionale ci permette di affrontare al meglio tutto ciò che può minacciare la nostra salute.