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 L’orthosiphon nel trattamento della ritenzione idrica, nella depurazione e non solo

L’Orthosiphon stamineus, nome scientifico Orthosiphon stamineus Bentham, noto più comunemente come Orthosiphon o Tè di giava, fa parte della famiglia delle Lamiaceae ed è originario di alcune regioni dell’ Asia meridionale, in particolare dell’ Idia, Pakistan e Sud Est asiatico.
La parte della pianta che presenta un’azione biologica è lo stelo fogliato.
Il principio attivo dell’estratto di foglie di Orthosiphon è la sinensetina.
L’orthosiphon è noto per la sua azione diuretica e depurativa accompagnata anche da un’azione uricosurica (induce un aumento dell’eliminazione urinaria di acido urico) abbastanza spiccata; la sua assunzione determina anche un aumento dell’escrezione del sodio, del potassio e del cloro. L’azione diuretica dell’orthosiphon sarebbe dovuta anche ad una diminuzione della ritenzione di liquidi da parte dei tessuti.
Peraltro incrementa l’eliminazione urinaria di ossalati e il loro livello nelle urine, potendo in tal modo favorire la nefrolitiasi da ossalati ovvero la formazione di calcoli di ossalato di calcio nelle persone predisposte.
Avendo inoltre la tendenza ad alcalinizzare il ph urinario è pertanto consigliata nel trattamento delle infiammazioni del tratto urinario e, come coadiuvante, nel trattamento delle infezioni urinarie (di natura batterica).
Studi clinici hanno dimostrato che questo estratto favorisce l’escrezione di acido urico attraverso le urine e riduce l’incidenza di calcoli renali da acido urico per cui risulta utile anche nel trattamento della gotta (disordine del metabolismo caratterizzato da elevati livelli di acido urico nel sangue e conseguente aumento del deposito di questo composto nelle articolazioni).
Si è visto inoltre che la tendenza ad eliminare minerali come il cloro ma anche l’urea e cataboliti vari potrebbe avere un’azione riflessa coadiuvante nel trattamento dell’ipercolesterolemia.
Per l’azione diuretica il suo utilizzo rientra nel trattamento coadiuvante dell’ipertensione e nei regimi dimagranti.
Studi di laboratorio hanno dimostrato che i flavonoidi e alcuni diterpeni presenti nella pianta esercitano attività antiossidante e inibiscono la lipoossigenasi, enzimi che determinano la formazione di mediatori dell’infiammazione.
Le foglie sono dotate di attività colagoga (capace di stimolare l’escrezione della bile dalla cistifellea) per cui, con la loro somministrazione, si ottiene un blando incremento della funzionalità epatica e biliare che si riflette in un miglioramento delle capacità digestive
Sembra inoltre che sia stimolata la produzione del glicogeno da parte del fegato.

Buoni risultati sono stati ottenuti con somministrazioni, opportunamente prolungate nel tempo, nelle malattie reumatiche e artritiche sia per le proprietà lenitive e antinfiammatorie dovute alla componente terpenica e flavonoidica sia per le proprietà depurative (azione epatorenale).

Si segnala che nel sud est asiatico (Myanmar, Vietnam, Indonesia, Giappone) l’Ortosiphon è tradizionalmente impiegata nel trattamento della litiasi (calcolosi) e delle affezioni renali, del diabete, dell’ipertensione, delle forme reumatiche e come disintossicante generale.

CONTROINDICAZIONI È sconsigliabile la somministrazione di preparati contenenti Salvia officinalis durante la terapia con Ortosiphon, per la possibile insorgenza di un’azione antagonista. È opportuno, ovviamente, durante la terapia con la pianta, assicurare un abbondante apporto di liquidi. Come per tutte le piante ad azione diuretica, prestare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci diuretici in quanto i due effetti si sommano e l’azione è potenziata.
Controindicata in caso di insufficienza cardio-renale.

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